14-06-2012 DOCUMENTO COORDINAMENTO NAZIONALE MACCHINISTI UNITI


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Documento del Coordinamento Nazionale Macchinisti Uniti
14 giugno 2012

 

La discussione incentrata sul rinnovo contrattuale ha visto l’intervento dei rappresentanti che, analizzando gli ultimi testi, hanno espresso valutazioni di merito sia sulla parte generale, sia sulla parte specifica del personale mobile.  Inoltre il coordinamento ha discusso della situazione generale del mondo del lavoro a seguito delle riforme Monti e Fornero sulle pensioni e sull’Art. 18.

Ad avviso del coordinamento rimane inaccettabile la modifica della norma prevista dallo statuto dei lavoratori rispetto ai licenziamenti individuali e quella sull’innalzamento dell’età pensionabile. A questo proposito il coordinamento, nel valutare l’avviso comune delle parti sociali e datoriali  sulla questione, ritiene l’obbiettivo individuato da tale atto inadeguato a tutelare le categorie dell’esercizio che vedrebbero comunque innalzarsi ad almeno 64 anni l’età pensionabile. Appare quindi evidente l’esigenza di ripristinare un limite di età adeguato alle attività svolte (60 anni) come peraltro garantito ai colleghi, che svolgono attività equivalenti, iscritti ad altri fondi pensionistici.

Pertanto, il coordinamento dà mandato ai coordinatori esecutivi di continuare a perseguire reali condizioni di tutela attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e con iniziative per una vertenza specifica.

Anche il recente provvedimento del governo che azzera la norma prevista nel DLgs 188/2003 relativa alla condizione per le imprese di trasporto ferroviario dell’adozione del contratto nazionale unico di comparto ha avuto una conseguenza diretta sul confronto contrattuale. È evidente che il contratto in discussione ha perso ogni sua funzione di regolazione del mercato e di clausola sociale contro il dumping contrattuale.

Infatti Il CCNL delle Attività Ferroviarie, anche nella sua ultima formulazione, prevede una struttura tale da non poter più svolgere quella funzione di clausola di salvaguardia di minimo comune denominatore per tutte le imprese.

La possibilità di rimandare alla contrattazione aziendale deroghe alle norme generali di principio annulla tutti gli sforzi fatti dalla nostra organizzazione in questi anni per caratterizzare il CCNL AF come riferimento minimo di tutela del lavoro e della sicurezza sul lavoro.

Con questa impostazione il contratto nazionale definisce solo alcuni aspetti non derogabili, mentre demanda alla contrattazione le norme di utilizzazione del personale. Ne consegue che le imprese, con tali leve normative, avranno la possibilità di fare la concorrenza solo sul costo del lavoro a danno dei lavoratori.  

Inoltre, il recepimento senza alcuna modifica, se non peggiorativa, di tutti gli accordi extra contrattuali nel nuovo testo vanifica anni di lotte che la nostra organizzazione ha saputo mettere in  campo con grande partecipazione.

D’altra parte, per far rientrare all’interno del primo livello di contrattazione imprese che in assenza di un CCNL nazionale di riferimento hanno già concordato contratti aziendali con le altre OO.SS (NTV; RTC; ecc), non era possibile fare altrimenti a meno di dover ridiscutere, in meglio per i lavoratori, le intese appena firmate dagli stessi soggetti.

In generale la critica che il coordinamento esprime è quella di un pesantissimo arretramento rispetto ai livelli di tutela previsti dalla contrattazione oggi in vigore sia a livello di AF sia di FS. Con l’innalzamento a 38 ore dell’orario settimanale e le conseguenti modifiche degli istituti normativi, elevate saranno le ricadute sull’occupazione, sulla salute e sulla sicurezza. Si paventa uno scenario in cui agli attuali esuberi si aggiungeranno altri dovuti all’introduzione delle nuove norme contrattuali, che si possono quantificare in migliaia di unità. Ulteriori eccedenze si realizzeranno attraverso la riduzione del servizio già anticipata dall’AD del gruppo.

Pertanto, dopo approfondita analisi, il coordinamento nazionale all’unanimità esprime netta contrarietà alla firma dei testi così come fino ad oggi sviluppati. Tale posizione sarà ribadita dai rappresentanti del settore nell’ambito dei lavori del Consiglio Generale prossimo.

Infine, il coordinamento nazionale ritiene necessario proseguire la vertenza in atto per modificare quelli aspetti che fino ad oggi non hanno trovato soluzione. A tal fine tutta la struttura periferica ancora una volta si dovrà impegnare per informare i lavoratori e per far riuscire al meglio le iniziative che il coordinamento nazionale deciderà.

Roma, 14 giugno 2012